L’estate non è ancora finita ma per le vacanze, almeno per alcuni, è già tempo di rientro.
Avevamo investito molto in queste ferie, il nervosismo degli ultimi tempi era stato imputato alla stanchezza, allo stress, ai troppi mesi al lavoro.
Eravamo certi che con il mare ci saremmo rilassati e saremmo stati bene.
Allora perché le liti sono continuate? Perché lo stare insieme è risultato ancora difficile, perché quel senso di insoddisfazione e irritazione non se ne vuole andare?
E il sesso? Il tempo c’era, le occasioni anche, eppure… non è ripartito e alla scusa della stanchezza abbiamo sostituito il caldo, la giornata troppo lunga, il sonno.
Come affrontare la cosa
Se ci si accorge che lo scontento e i sintomi sopra descritti durano da almeno sei mesi forse è il momento di prendere in mano la situazione e cominciare a chiedersi se forse non ci sia qualcosa che non va.
Questo non significa assolutamente che la nostra relazione sia finita ma solo che dobbiamo cominciare ad occuparcene in maniera diversa perché, evidentemente, c’è un problema.
E’ vero che se si sta insieme da tempo l’amore cambia, e che la vita di tutti i giorni può essere frenetica, ma è anche vero che di un noi bisogna prendersi cura, proprio per far sì che le cose durino e si risolvano.
E’ consigliabile parlarne e andare da uno specialista per farsi aiutare.
Il momento della terapia
Si parla speso di terapia di coppia ma non tutti sanno cosa sia e come vada affrontata.
E’ bene quindi dare delle indicazioni.
La terapia di coppia si fa insieme, in due, la coppia appunto.
Richiede fiducia nel terapeuta da parte di entrambi
Bisogna avere una motivazione forte, perché mettersi in gioco per salvare una relazione costa fatica.
Quello che solitamente si nota è che la sessualità fa un po’ da termometro, infatti “salta” per prima, ed è un buon campanello d’allarme.
Dopo il sesso vengono a mancare l’intimità, la comunicazione e, se non si interviene, il contatto affettivo.
Non ci abbraccia più, non ci si bacia più, non si condivide lo stesso spazio con due corpi vicini.
Le domande che di solito vengono poste sono: riusciremo a risolvere il problema? E quanto tempo ci vorrà?
Non possiamo inizialmente saperlo.
Dipende da quanta fatica i partner sono disposti a fare, quanto credono ancora nel progetto comune e cosa desiderano cambiare sia come singoli sia come coppia, perché è certo che dopo una terapia non saremo più le stesse persone.
L’importante è che ci si senta un team e che ci si creda, entrambi.
Ma cosa dobbiamo fare esattamente?
Definiti questi punti vediamo nel dettaglio cosa comporta una terapia.
Innanzitutto la domanda terapeutica deve essere condivisa; questo significa che ogni partner deve portare le richieste di cambiamento e di sofferenza che aveva singolarmente affiché diventino una richiesta unica.
Poi è importante si capisca che le prescrizioni che ci vengono date vanno eseguite, perché non sono un suggerimento dato da un amico, ma un compito dato da un esperto che si sta mettendo in gioco insieme a noi.
In terzo luogo va siglato un contratto terapeutico, che significa decidere insieme che percorso fare per raggiungere l’ultimo punto, cioè l’obiettivo.
Infine non resta che “mettersi in cammino”.