Che fatica essere single!

In un momento storico segnato dall’individualismo sembra che nella stanza del terapeuta quello che emerge sia un sempre  più forte e intenso bisogno di avere una relazione.

In effetti è la solitudine il vero problema della società contemporanea, anche se forse viene espresso solo nella mia stanza.

Del resto il Governo inglese, già nel 2018, ha istituito il Ministero della Solitudine, segno di un evidente disagio dei tempi.

 

Ma mentre il focus è spesso sull’anziano, erroneamente fatemi dire, il senso di essere soli riguarda molto spesso gli adolescenti e gli under 40.

Ed è proprio di questi giovani adulti che voglio trattare oggi.

La solitudine dei single.

Che si tratti di feste programmate o di sabati sera trascorsi a guardare una serie tv i single, specie dopo i 30 anni, soffrono di un senso di solitudine e inadeguatezza.

Un po’ è un problema di questo tempo, due anni di lock down non hanno certo aiutato la socialità, e se a questo aggiungiamo l’inverno e magari amici che sono tutti accoppiati è facile capire la fonte del disagio.

Un po’ è uno stigma sociale.

So che è quasi assurdo dirlo, ma chi si è separato lo sa bene, il single spaiato non è molto apprezzato alle cene. Non si sa mai dove metterlo e la lungimiranza di chi riesce a pensare che si è in fondo un gruppo di adulti a cena e che genere e status relazionale non hanno alcuna importanza sono ancora troppo pochi.

“Ci vediamo in settimana, perché il week end sto con lui e una coppia di amici”, “Facciamo una partita a paddle mercoledì che il sabato sono a disposizione della mia ragazza per andare all’IKEA” e così via..

I sabati si allungano, ci si sente degli sfigati, il senso di isolamento e solitudine aumenta.

I più virtuosi fanno lo sforzo di uscire da soli, ma a volte non si ha la forza di affrontare quella che a conti fatti è, emotivamente, una fatica.

E allora ecco che l’autostima crolla.

Non piaccio a nessuno, nessuno mi vuole, finirò zitella, non riuscirò ad essere madre , sono anni che colleziono solo rifiuti, ormai preferisco gli scacchi online, sono solo alcune delle frasi che sento spesso.

E in più ci si sente brutti, poco attraenti e infine poco capaci di sedurre.

Persino Tinder ci abbandona

Che fare allora?

In realtà un sacco di cose.

E’ vero che la maggior parte dei corsi e degli eventi culturali sono frequentati da donne, ma quelli sportivi lo sono dagli uomini.

Programmiamo qualcosa di diverso, che non abbiamo mai fatto: arrampicata? Ballo latino americano? Corso di teatro; squadra amatoriale di volley, coro?  

Qualcosa di nuovo e che preveda un piccolo gruppo, dove fare conoscenza è più facile.

Prendiamoci, lo so a volte è sfinente, cura di noi stessi: quindi parrucchiere, palestra, sole e passeggiate.

Per chi ? Chiederete. Per stare meglio con voi stessi e non avere l’impressione che sia solo lo sguardo di un altro ad importare, ma anche e soprattutto, il nostro.

Perché se mi vedo più in forma, mi sento di occuparmi di me, mi valorizzo, mi compro un vestito o un accessorio nuovo, mi amo insomma, sarà più facile offrire al mondo un sorriso e non uno sguardo triste.

Come dice Ester Viola  “gli afflitti, gli indecisi, i terrorizzati non li sopporta nessuno troppo a lungo. La spensieratezza è carattere, e il destino le sta dietro. Non so come succede né perché a succedere sia sempre la cosa più ingiusta, ma capita proprio così: la fortuna se ne va sempre dalla parte degli allegri.”

Quindi invece di stare ad affliggervi e compartirvi, alzatevi, fate cose, uscite, sorridete.

Essere single può essere anche molto divertente se visto nella giusta prospettiva.

Non funzionerà il giorno 1, forse nemmeno il giorno 10, o il giorno 36, ma alla fine, se non avrete trovato un partner avrete trovato voi stessi e probabilmente degli amici.

Cosa molto più funzionale ad una vita felice.

La dottoressa Dalla Zonca riceve in ambulatorio a Trieste e Udine, in presenza e online.