Sono vittima di Body Shaming o sono brutta davvero?

Questa è la domanda che spesso ci viene rivolta? Quasi come a chiedere se per caso chi ci bulleggia abbia ragione.

NO!

Quando qualcuno fa qualsiasi tipo di commento, frecciatina o insulto con lo scopo di farci provare vergogna per il nostro corpo compie su di noi una violenza.

ll body shamingè l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico. Quasi qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira: troppo grassa, troppo magra, troppo alta o troppo bassa; la peluria del corpo, i difetti della pelle, come i brufoli, le macchie, la psoriasi, fino ai nei.

Ma anche il colore dei capelli e l’acconciatura, la forma e le dimensioni del pene, del seno, del bacino, delle natiche; la muscolatura, la presenza o l’assenza di tatuaggi o piercing.

Insomma tutto può potenzialmente diventare oggetto di derisione e quindi vergogna per chi da queste prese in giro si deve difendere.

La derisione del corpo, mina l’autostima in profondità, crea complessi, problemi di accettazione e tanto, tanto dolore.

Può essere messa in atto attraverso i social, con commenti e prese in giro per una una foto, diventando una forma di cyberbullismo, o direttamente, quando magari siamo a scuola o stiamo facendo serata.

Qualsiasi persona, di qualsiasi età può esserne vittima, sia uomini che donne (ma accade ancora con maggior frequenza a quest’ ultime), ma ne sono particolarmente feriti gli adolescenti, a causa della maggiore ricerca di accettazione sociale e dei cambiamenti fisici legati all’età.

Il fisico viene colpito perché considerato non aderente ai canoni estetici della cultura in cui la vittima vive: non ha importanza quanto o come, basta che il corpo sia semplicemente diverso dalla presunta “forma fisica perfetta”.

Il canone estetico, spesso lontano dalle caratteristiche di un corpo umano comune o sano, è posto come normale e necessario per considerare una persona apprezzabile e degna di rispetto.

la vittima viene perciò colpevolizzata e derisa, prova un’intensa vergogna con conseguente calo dell’autostima e questo spesso è causa di malattie quali disturbi alimentari, ansia e depressione, che possono degenerare fino a tentativi di suicidio.

Non c’è un modo specifico per porre fine a questo meccanismo ma partendo dal presupposto che nessuno è perfetto e tutti siamo belli così come siamo, possiamo attuare tecniche per cercare di non essere trascinati in questo circolo vizioso.

Prima di tutto imparando a piacerci noi, e dicendo no a queste forme di sopruso.

Se non siamo abbastanza forti per farlo da soli, cosa che quando si è la vittima designata è effettivamente molto difficile, possiamo chiedere aiuto a un professionista, agli amici, al partner, alla famiglia.

Quindi ricordiamoci sempre che è importante parlarne.

Verbalizzare il disagio, esporlo, avere il coraggio di essere noi stessi sono i primi e più efficaci rimedi per combattere una forma di violenza sottile, subdola, ma non per questo meno grave.

La dottoressa Dalla Zonca riceve negli ambulatori di Trieste e Udine, in presenza e online.