Sessualità e religione

Sesso e fede due parole che spesso non vanno d’accordo.

Si pensa che siamo nel 2022, che tanti pregiudizi siano superati, che, dopotutto, la società sia più libera. Ma non sempre è vero.

Molti di noi, educati tra parrocchia e oratorio, non riescono a staccarsi dagli insegnamenti proibitivi ricevuti; dalla paura del peccato, dal senso di colpa.

E allora accade che si possano vivere vite amputate, dove la normale e sana pulsione biologica della sessualità viene soffocata.

Il problema non è di semplice soluzione, perché va sempre e comunque considerato il sistema dei valori in cui crede ed è vissuta una persona, che non vanno rimossi, ma con cui si deve cercare un compromesso accettabile.

Posso essere credente e avere una relazione, anche sessuale, appagante e felice.

Posso essere credente e avere dei gusti miei.

Posso essere credente ed essere omosessuale.

Certo il percorso è complesso, ma essere un buon cristiano non deve voler necessariamente dire che sono frustrato sessualmente.

Facciamo degli esempi.

Come fare se ho un’omosessualità ma mi vergogno di esprimerla perché credo? E’ corretto violare la mia natura ed essere diverso da ciò che sono? Dio non mi ha fatto così perché forse gli andavo bene così? Posso praticare i miei valori cristiani e non sentirmi soffocato dai sensi di colpa?

All’interno di una coppia uno dei due è praticante, l’altro crede ma si fa meno problemi, o non crede affatto. Possono conciliare due visioni della sessualità differenti? Venirsi incontro su una contraccezione naturale e su non praticare preliminari che non siano finalizzati all’atto sessuale essendo entrambi appagati e soddisfatti?

Dopo una separazione o un divorzio è giusto rimanere soli o posso avere un nuovo compagno di vita, anche se il sacramento del matrimonio è stato rotto. Posso essere credente e avere un nuovo compagno?

Quesiti che ad alcuni di voi leggendoli, parranno assurdi, ma che fanno parte di una popolazione che se non aiutata rischia di restare in un conflitto perenne tra fede e sessualità.

Con ripercussioni relazionali importanti e a volte condannandosi a un’infelicità non necessaria.

Senza stravolgere nulla dei propri principi e del perimetro dei nostri valori, si può lavorare insieme per trovare un punto di incontro con le nostre normali esigenze biologiche, per essere felici e liberarsi da parole come “colpa” e “peccato”.

Non deve essere sempre un “o”-“o”, può diventare un “sia”-“sia”.

Da soli può essere più difficile.

La dottoressa Dalla Zonca riceve negli ambulatori di Trieste e Udine, in presenza e online